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Sistema di distribuzione del gas metano in nella rete cittadina
A cura del Per. Ind.le Luciano Sancassani
Principi distributivi
A titolo conoscitivo andiamo a trattare per sommi capi quella che risulta essere la distribuzione tipica di un gasdotto esercito da una Azienda Distributrice, dal punto di fornitura (ricezione) in genere della SNAM fino all'utenza finale.
COMPONENTI PRINCIPALI DI UN IMPIANTO DI DISTRIBUZIONE GAS METANO
1. Cabine di ricezione e misura del metano;
Le cabine di ricezione e misura, o anche dette cabine di 1° salto, situate in prossimità del metanodotto principale SNAM, servono sia alla regolazione della pressione di consegna a valori compatibili con il corretto funzionamento dell'impianto di distribuzione, sia alla misurazione del gas. La regolazione avviene generalmente tramite due linee di uguale potenzialità una in esercizio e una di riserva e ciascuna costituita da due regolatori uno in esercizio ed uno di emergenza.
Su ciascuna linea di riduzione, sono presenti a monte della regolazione, un filtro per depurare il gas dalle eventuali impurità, ed uno scambiatore di calore per ridare al gas la temperatura persa a causa del salto di pressione.
La misurazione è del tipo volumetrico mediante l'adozione di misuratori a turbina o a pistoni rotanti. Al fine di contabilizzare le piccole portate estive, è installato su una seconda linea in parallelo un misuratore in grado di misurare portate minime. Le caratteristiche costruttive delle cabine di riduzione e misura sono conformi alle specifiche del D.M. 24/11/1984 "Norme di sicurezza antincendio per il trasporto, la distribuzione, l'accumulo e l'utilizzazione del gas naturale con densità non superiore a 0.8, ed alla norma UNI-CIG 9167 Impianti di ricezione e prima riduzione del gas naturale -Progettazione, costruzione e collaudo".
2. Impianto di odorizzazione;
Il gas naturale è privo di odore caratteristico e quindi, in caso di eventuali fughe di gas durante la distribuzione, risulta molto difficile rilevarne la presenza con le conseguenze che ciò potrebbe causare.
Per scongiurare tale pericolo la legge 1083 del 06/10/1971 dispone: "i gas combustibili ad uso domestico o similare, distribuiti mediante condotte, che non abbiano di per sé odore caratteristico e sufficiente perché possa esserne rilevata la presenza prima che si creino condizioni di pericolo, devono essere odorizzati a cura delle imprese ed aziende distributrici con sostanze idonee aggiunte in quantitativi adeguati".
Pertanto l'azienda distributrice provvede, all'interno delle cabine di ricezione e misura, a destinare uno spazio per l'impianto di odorizzazione del gas naturale, attraverso sostanze riconosciute idonee e nei quantitativi necessari atti a rendere l'eventuale fuga di gas immediatamente avvertibile prima che si creino le condizioni di pericolosità.
Tutti gli impianti sono provvisti di impianto di odorizzazione in funzione nel rispetto della norma UNI-CIG 7133 "Odorizzazione e odorizzanti di gas per uso domestico distribuiti a mezzo tubazione. Caratteristiche e prove; tecnica delle odorizzazioni; tipi e dosaggio degli odorizzanti ;sistema di controllo.".
L'autorità di vigilanza, (AEEG) è molto rigida rispetto alla odorizzazione del gas che se non correttamente eseguita è fonte di grave pericolo per l'incolumità sia degli utenti che per l'impossibilità di individuazione di eventuali fughe in rete.
3. Reti di distribuzione in media pressione;
La rete di distribuzione in media pressione, è realizzata secondo i dettami del citato D.M. 24/11/1984, della norma UNI-CIG 9034 e della norma UNI-CIG 9165 "Reti di distribuzione di gas con pressioni massime di esercizio inferiori a 5 bar -progettazione, costruzione e collaudo",
La rete in media pressione di un sistema di distribuzione del gas serve ad assicurare le necessarie portate alle cabine di secondo salto, ed ai gruppi di riduzione finale nonché a significative utenze (commerciali e artigianali) che insistono lungo il tracciato.
Tutta la rete pur appartenendo alle condotte di 4 specie, viene normalmente gestita ad una pressione massima che varia tra 1,5 fino ad un massimo 4,00 bar.
La rete in media pressione e' in genere realizzata in acciaio con rivestimento bituminoso, ed in corrispondenza delle derivazioni d'utenza gli stacchi sono munite di valvola a sfera in acciaio inox ad interramento diretto con rimando in pozzetto.
4. Cabine di secondo salto e Gruppi di riduzione finale;
La loro funzione è quella di ridurre la pressione del gas naturale dal valore presente nella rete di media pressione alla pressione di utilizzo solitamente tra 20-23 mbar.
Le cabine devono essere realizzate in conformità alle normative UNI-CIG 8827 "Impianti di riduzione finale della pressione del gas funzionanti con pressione a monte compresa fra 0.04 e 5 bar - progettazione ,costruzione e collaudo."
Con riferimento a detta norma UNI-CIG, le cabine sono alloggiate in armadio metallico fuori terra, e sono equipaggiate con apparecchiature di riduzione e sicurezza idonee all'utilizzo: in particolare devono disporre oltre che del regolatore di linea anche del regolatore di emergenza con valvola di blocco e valvola di sfioro.
I Gruppi di riduzione finale servono gli agglomerati urbani, piccoli condomini o singole utenze di tipo artigianale o commerciale e hanno le stesse caratteristiche costruttive delle cabine di secondo salto ma hanno potenzialità che, solitamente, non supera i 250 Smc/h.
5. Rete di distribuzione alla pressione di utilizzo;
Dalle cabine di secondo salto si ramifica, in modo capillare, una rete di distribuzione in bassa pressione che porta il gas presso i gruppi di misura delle utenze. Viene normalmente gestita ad un valore di pressione compreso tra 18-23 mbar, e comunque a valori di pressione massima inferiore a 40 mbar (7 specie con riferimento al D.M. 21/11/1984).
La rete di distribuzione in bassa pressione è, ove possibile, di tipo magliato ed interamente interconnessa, tuttavia le stesse magliature possono essere intercettate tramite opportune valvole di sezionamento da manovrare in caso di interventi in rete per manutenzione o ampliamenti.
Come per la rete di media pressione anche per quella di bassa pressione sono di solito impiegate tubazioni di acciaio con rivestimento bituminoso pesante o in polietilene o in alternativa tubazioni tutte in polietilene ad alta densità di tipo S5, come previsto dalle vigenti normative di cui al D.M. 21.11.1984.-
6. Le derivazioni di utenza;
Le derivazioni d'utenza si dipartono dalle condotte stradali direttamente tramite saldatura d'angolo e/o mediante prese a ipsilon o tee. Questi ultimi raccordi permettono l'esecuzione del collaudo della derivazione d'utenza , eseguito per come stabilito dalla norma UNI-CIG 9860 "Impianti di derivazione di utenza del gas. Progettazione ,costruzione e collaudo,"
Prima della foratura della condotta principale nel caso in cui quest'ultima sia già in esercizio. Dalla presa ad ipsilon o tee la derivazione d'utenza continua con un tratto di tubazione in acciaio nero rivestito in polietilene e fuoriesce dal terreno passando dalla posizione sub - orizzontale a quella verticale tramite gomito saldato o curvatura a freddo.
La derivazione d'utenza è ultimata in genere con l'installazione di un giunto dielettrico avente lo scopo di intercettare la protezione catodica rispetto all'utenza e da una valvola in acciaio zincato a sfera.
Nel caso di derivazione d'utenza in media pressione viene installata una presa a tee con valvola a squadra manovrabile da un pozzetto atta a garantire l'eventuale intercettazione della derivazione d'utenza per come stabilito dalla già citata norma UNI-CIG 9860.
7. Le colonne montanti;
I tratti di impianto che vanno dalle derivazioni d'utenza ai misuratori (colonne montanti) sono stati realizzati rispettando le apposite specifiche tecniche e sempre seguendo il D.M. del 24/11/1984. I tratti in attraversamento degli edifici sono stati contenuti in idonea guaina in acciaio con sfiati all'estremità convogliati verso l'esterno. Tutti gli impianti aerei sono stati realizzati con tubo in acciaio zincato conformemente a quanto contemplato dalla norma UNI-CIG 8863, ed i tracciati conformi alle prescrizioni della norma UNI-CIG 7129.
8. I gruppi di misura;
I misuratori sono stati installati esclusivamente in batteria in apposite nicchie areate all'esterno del fabbricato, posti in opera su mensola unificata e secondo le prescrizioni della norma UNI-CIG 9036.
Le perdite di carico nel tratto dalla presa al misuratore (escluso questo) non deve di norma superare i 0,5 mbar, infatti valore analogo viene adottato per le perdite di carico ammissibili per l'impianto interno.
I collaudi degli impianti vengono di norma effettuati alla pressione di 1000 mm c.a. e secondo le norme descritte dalla tabella UNI-CIG 7129.
La loro installazione deve rispettare la norma UNI-CIG 9036 "Gruppi di misura con contatori volumetrici a pareti deformabili con pressione d'esercizio minore o uguale a 40 mbar - prescrizioni di installazione"
I contatori domestici sono prevalentemente di classe G4, mentre per gli altri usi vengono adottati contatori di calibro adeguato alla massima portata prevista. I misuratori sono in genere del tipo a secco a pareti deformabili, conformi alla specifica antifuoco, per i calibri superiori si adottano misuratori a pistoni rotanti o a turbina.
9. L'impianto di protezione catodica;
La rete di distribuzione del gas è in larga misura realizzata con tubazioni in acciaio conformi alle norme di sicurezza per il trasporto gas. Il problema a cui ci si sottopone quando si posano tubazioni in acciaio nel sottosuolo è fondamentalmente un problema di corrosione nel tempo.
E' infatti inammissibile che una condotta di gas metano, possa, nel breve o medio termine forarsi a causa del fenomeno di corrosione provocando fughe di gas incotrollate. Per eliminare il processo della corrosione e garantire nel tempo le caratteristiche fisiche delle condotte del gas, le aziende erogatrici di gas dotano le proprie reti di distribuzione di impianti di protezione contro la corrosione (impianti di protezione catodica).
Al fine di una corretta esecuzione degli impianti deveono essere seguite le norme di buona tecnica dettate dalla UNI CIG 9782 e 9783, queste ultime indicano i criteri per la misurazione la progettazione e l'attuazione di un impianto di protezione catodica.
10. Il telecontrollo;
Al fine di garantire la distribuzione del servizio sempre attivo e allineato alle caratteristiche di sicurezza, le aziende erogatrici, nei loro impianti, installano sistemi di telecontrollo, che tengono continuamente monitorato l'intero sistema distributivo. Al verificarsi di una qualsiasi anomalia, non accettabile rispetto a valori di soglia prestabiliti, il sistema di telecontrollo attiva una chiamata al tecnico di zona più vicino, che, sempre reperibile, procede per riportare l'impianto entro i valori di sicurezza.
L.S.
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